martedì 24 aprile 2018

Ho assolutamente bisogno di mangiare, sono incredibilmente sottopeso e non ho la forza di stare in piedi. Mi servirebbero almeno 8kg per arrivare ad un peso normale, eppure non ci riesco. Ho paura di ritornare quella che ero ogni secondo che mastico. La paura è abbastanza forte da impedirmi di mangiare. Mi guardo allo specchio e vedo una persona malata, ma questo non è abbastanza per aiutarmi a mangiare. Del resto sono più di 10 anni che vedo una persona malata allo specchio. Ogni piccola ossessione si concretizza nel cibo, qualsiasi cosa io pensi, il cibo è sempre lì.
Non riesco a studiare e la cosa mi fa sentire in colpa, forse questo percorso non finirà mai, e allora invidio la gente che ha un lavoro comodo, dove il cervello non deve lavorare, dove non torni a casa con un vuoto in testa devastante.
Rivorrei indietro la salute che ho buttato nel cesso.
Eppure ogni cosa peggiora tutto. Ripenso al passato con ansia e terrore. È finito tutto, ma nella mia mente è ancora tutto lì.
Guardo dalla finestra della mia stanza tante ragazze felici e in salute, riescono a camminare e portare una borsa in spalla, io esco di casa e mi sento di cadere.
Potevo scegliere un’altra vita se solo le cose fossero andate diversamente. Potevo scegliere di non studiare, perché infondo questa ossessione mi ha rovinato la vita. Me L ha anche salvata, certo, perché il mio passato era talmente ripugnante che questo percorso mi ha solo aiutata a diventare l’opposto di quello che ero.

giovedì 19 aprile 2018

Ma quando finisce questo inferno?  Ma quando se ne andranno queste crisi respiratorie? Farei qualsiasi cosa per stopparle, per dimenticarle, per dimenticare cosa si prova. Non ricordo nemmeno cosa voglia dire essere normale, non sentirsi male, non avere l’unore Così volubile, sono troppi anni che sono dentro tutto questo.
Mi sta sfuggendo un po’ tutto di mano, mi sono chiusa nuovamente dentro di me senza voglia di vedere nessuno. Ho ripreso a impiegare il 90% del tempo a mettere in atto strategie per dimagrire. Brucio 350 calorie in più al giorno e nonostante tutto mangio sempre meno. Aspetto l’ora di mangiare per non mangiare. Passo ore a mettere creme del cazzo che forse non serviranno mai a nulla. Bevo prima di mangiare per non mangiare. Insomma sta diventando nuovamente un inferno. Non ho più idee per uscirne. Vorrei finire gli esami, non vedere più libri da studiare, sapere che i soldi che sanno spendendo i miei sono valsi a qualcosa, e invece sono qui, a fare come se nulla fosse.
Anni di lotta che non finisce mai, che forse mai finirà. Aspetto con ansia il giorno in cui vedo i lividi sulle gambe e il sangue che scorre. Non farlo prima che le ferite siano guarite è una tentazione indescrivibile.
E poi... poi sarei voluta nascere diversa, come tutte le altre. Come la Reg che prende un sacco di soldi per fare il suo inutile lavoro del cazzo, che sorride sempre, che tutti amano, che non ha dovuto sudare un giorno per arrivare a fine mese.  Fare i suoi viaggi con i soldi che guadagna, forse i suoi non saranno fieri di lei, ma del resto i miei non lo sono di me. Se fossi nata come la Reg invece sarebbe meglio, forse i miei mi direbbero che sono una nullafacente del cazzo, ma non starebbero a piangere per la mia testa che non va. E poi la Reg con i soldi ci fa quello che vuole, non paga per terapie inutili e diagnosi ancora più inutili. Di sicuro non ha le crisi respiratorie. Nonostante la merda di persona che è, ha anche qualcuno che le vuole bene.

mercoledì 18 aprile 2018

Mi sono voltata e ho visto quelle pagine blu, con delle lettere troppo piccole, evidenziate con lo stesso dolore della copertina. Tutto questo mi ha salvato la vita. Dove sarei ora se non fosse per i milioni di parole sottolineate, per tutte le pagine studiate, per tutti i pianti e la paura di non farcela. Nonostante tutti i giorni di merda la mia vita è cambiata in meglio dal giorno in cui comprai il primo libro e iniziai a studiare per il primo esame. Ci ho creduto davvero, fino in fondo e ho fatto l’unica cosa che avrei voluto fare, per ottenere l’unico lavoro che una persona come me potrebbe fare.
Se non sono morta, se oggi non mi vedo totalmente fallita è anche grazie a questo.
Avevo già un’ansia addosso che non si può spiegare, un fastidio inestinguibile, le canzoni che vanno avanti fino a quella orrenda canzone che ascoltavo nel 2008 con la mia migliore amica in spiaggia. I pensieri dell epoca erano che andavo troppo male a scuola e mamma e papà non facevano che farmi sentire una fallita, mi vedevo a 20 anni in una stanza buia senza i soldi per mangiare e senza un lavoro. Facevo finta di studiare ma sul quaderno ci scrivevo solo i miei pensieri negativi. Ero troppo grassa e saltavo i pasti, quella canzone andava avanti all’onfinito, anche quando tornai a scuola a settembre quella canzone suonava e risuonava nella mia testa.
Oggi le sensazioni sono le stesse di 10 anni fa e mi giro intorno per cercare qualcos’altro che mi calmi l’ansia. Ricordare il mio passato mi scatena un’ansia incredibile.
Stupido passato che mi è quasi costato un ricovero, che mi è costato l’alimentazione forzata per mesi e queste orrende crisi respiratorie.
Inizio ad odiare le giornate programmate secondo per secondo, lo studio con l’ansia di non sapere mai abbastanza, il nervoso, i cibi pesati e organizzati nei minimi dettagli. Inizio ad odiare l’ossessivita Con cui faccio tutto questo.

venerdì 6 aprile 2018

Questa facoltà i sentimenti te li toglie, guardavo il mio migliore amico che è rimasto come ero io a 17 anni. Io invece sono diventata fredda, perfezionista, sempre più chiusa, con un sol pensiero: essere migliore degli altri per poter ottenere la strada che desidero percorrere. Non importa quanto sei avanti, ci sarà sempre qualcuno migliore di te che potrebbe prendersi il tuo posto, nella vita o nel lavoro. Non conta più un cazzo il parere degli altri o la felicità nelle piccole cose, perché la felicità esiste solo quando raggiungi il tuo obiettivo e quando la persona che eri ti guarda ed è fiera di te. È diventato tutto un continuo non essere mai all altezza, si restringe tutto, le porzioni di cibo, le uscite, i sentimenti, le amicizie, i pensieri. Non te ne frega più un cazzo se esiste gente che sta male, se esiste gente che parla male di te, se piaci o se non piaci, tanto vivi così chiusa nella tua bolla che esisto solo tu, i tuoi obiettivi e i calcoli iperprecisi che fai per arrivarci.
Eppure se la vecchia me di 7-10 anni fa mi vedesse adesso... sarebbe più fiera che mai. Tutto questo alimenta la sete di perfezionismo.
Poi però le cose vere e pure che rendono felici le persone normali spariscono. Le desideri per convenzione forse... ma sotto sotto sai che non ne hai bisogno.
Forse sono davvero fiera di avere solo nomi e nozioni in testa ma 0 sentimenti. Forse divento triste solo quando penso che mamma e papà un giorno se ne andranno e allora la mia solitudine sarà completa. Non so nemmeno fingere di star bene con qualcuno. Ho solo ansia ad allontanarmi dai libri, ho solo ansia a pensare che forse non arriverò mai e i miei dovranno tenermi sulle spalle.

sabato 3 marzo 2018

L'ansia peggiora sempre di più, respiro a fatica e ho un senso di fastidio viscerale intenso. Però ho ripreso a mangiare il giusto. I ricordi stanno pian piano scemando e questa cosa mi rattrista. I giorni continuano ad essere sempre uguali. Nulla cambia, il tempo non passa, studio come se fosse il mio biglietto di sola andata, ma non ne ho abbastanza voglia. Mi sarei potuta impegnare di più, mia madre dice che malata come sono ho già fatto troppo. Si, forse ha ragione, ma non dovrei essere malata, anche se ormai mi sono rassegnata. Sono 12 anni che i respiri sono faticosi e fanno male, che ho queste inutili crisi e che piango per niente. Il motivo e le dinamiche sono sempre uguali.
Ormai però non ho più sentimenti ne qualcosa in cui credere, ho toccato il fondo e può solo andare peggio. E poi maledizione non ne posso più di ricordami quale stupida pasticca devo prendere e a che ora.

domenica 25 febbraio 2018

Ho scelto di studiare per distinguermi dalla pochezza della gente di questo luogo, per non avere una vita e un lavoro convenzionale, per essere quello che avrei voluto essere. Ho un'immagine in mente, io che rientro in casa dopo 10 minuti di uscita noiosa con gente troppo lontana dalla mia realtà, rientro in casa ed apro il libro da cui iniziò tutto e da cui è nata la mia scelta di vita. Ho capito cosa sarei voluta diventare. Ho lottato per diventarlo, ho studiato con determinazione per essere una di quelle che potevano iniziare questo percorso. Un percorso infinito, duro, distruttivo che mi ha salvato la vita. Forse se non fossi entrata adesso sarei morta. Forse è stata una maledizione o forse la salvezza, so solo che a questa scelta devo tutto. Non importa quanto la mia vita sarà orribile per la scelta che ho fatto, meglio soffire in vita che star bene nella morte interiore. Oggi se vedo ancora una speranza lo devo a tutto questo. Lo so, da quel giorno divenni una perfezionista e la mia vita cambiò, iniziai a mangiare di meno e a studiare di più, ad essere maniacale, a non farmi andare bene niente. Più andavo avanti e più questo è diventato una maledizione.